martedì 19 aprile 2011

Avanti popolo! ...a lavorare!!!

Nessuno sembra darci peso, eppure la notizia è di quelle vere, nel senso che è una NOTIZIA o dovrebbe esserlo, almeno per noi italiani in buona fede, per quelli che credono veramente che la crisi abbia spazzato via lavoro e dignità. Mentre tutti piangono miseria ed inveiscono contro il governo (ladro) gridando la sua inezia sul tema dell’occupazione, specie giovanile, la notizia è che il LAVORO C’E’.
E si, c’è, è proprio li, a portata di mano o di braccia. Forse non saranno numeri così alti da risolvere i problemi del Paese, ma il lavoro per qualche decina di migliaia di noi c’è. Panettieri, pasticcieri, falegnami, banconisti, installatori d’infissi, intarsiatori, ebanisti, parrucchieri ed altri ancora, posti vacanti a migliaia….. ma che nessuno vuol più fare.
Dovrebbe essere una scoperta sconcertante per la società stessa, dovremmo guardarci attorno attoniti, smarriti, chiederci…. ma come, il lavoro c’è?    Dove?   Perché tanti disoccupati allora?  Forza, andiamo a lavorar….(come canticchiavano allegramente i simpatici nanetti di Biancaneve) ed invece NO, l’impressione è che la cosa la si voglia far passare sotto silenzio, come se imbarazzi e possa far arrossire coloro che scalpitano tutto il dì rivendicando qualcosa che, a guardar bene C’E’, ma che non si vuol più fare.
E’ recente il rapporto della Unioncamere dove dice chiaro e tondo che circa il 27% della richieste di lavoro rimarranno inevase. Poco più di un quarto dei posti di lavoro messi in campo dall’unione artigiani non troverà qualcuno disposto a farlo. Per me è scioccante, viste le manifestazioni che si sono svolte per chiedere lavoro ed il tam-tam antigovernativo che si rincorre sul web.
Nessuno dei grandi urlatori, pensatori, blogghettisti, giornalisti o giornalai  si è degnato di scrivere anche solo due righe su questo fenomeno che la dice lunga sulla situazione italiana e su gli italiani stessi, certo popolo di santi e navigatori ma, alla luce degli eventi non certo popolo di faticatori, non gli italiani di oggi almeno, dediti di più a digitar tastiere al caldo del tetto familiare che a star fuori di casa per andare a lavorare. Sembrerebbe la vendetta del Ministro Brunetta, aveva forse ragione lui quando parlava di ‘bamboccioni’? …vorrei sperare di no, ma difronte all’evidenza non so cosa dire o cosa  pensare.
A pensar male si direbbe che tutte le storie fatte e dette, per esempio, sull’accoglienza agli immigrati, che per alcuni è sacra ancor prima di conoscerne i motivi ed ancor prima degli interessi nazionali, non sia altro che una mossa ad hoc fatta  per permettere che certi lavori vengano cosi a trovare personale che li svolga per poi, loro, quelli che protestano, poter continuare a piangere e gridare contro un governo inetto che non si dà da fare .
Non credo che si possa onestamente pensare che tutti gli italiani debbano avere una scrivania dietro cui stare, un posto fisso da occupare e che possibilmente non faccia troppo faticare (ho fatto pure la rima) e per questo penso che si debba rafforzare lo studio o meglio la pratica, l’apprendistato dei mestieri perché il lavoro c’è, bisogna solo iniziarlo e praticarlo, senza tendere sempre e per forza a qualcosa che potrà rivelarsi solo una chimera. Di sicuro qualunque lavoro, se ben fatto, darà da vivere in modo onesto e dignitoso o quanto meno costituirà quella base di esperienza da poter vantare nelle prossime occasioni che la vita di sicuro darà. Questo dovrebbe essere il concetto di mobilità, oggi qua …domani la
Allora, avanti popolo… a lavorare!!!

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